Regole sulla creazione di regole

Adesso scopriamo che la Regola Zero se l’è inventata il traduttore italiano della Scatola Rossa…

Ho i PDF di entrambi i manualetti della scatola rossa, ma zero voglia di leggerli tutti. Qualcuno mi sa dire dove andare a cercare, così magari la trovo subito e mi viene la voglia?

Se l’impaginazione è coerente con l’edizione americana, dovresti trovare abbastanza all’inizio, nella sezione “Introduzione”, la parte citata da @Red_Dragon, mentre la mia stava abbastanza verso il fondo, nel capitolo “Regole e procedure”.

EDIT: mi sto riferendo alla guida del GM, non mi pare ci fosse nulla su quella del giocatore.

La parte citata da @thekernelinyellow è a pagina 22:

Mentre non ho capito quale sarebbe la parte citata da @Red_Dragon che stiamo cercando.

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Dovrebbe essere una parte dell’introduzione che si intitola qualcosa come “Regola d’Oro” o “Regola più importante” (o forse addirittura “Regola Zero”).

Perfetto, allora è a pagina 2 ed è così formulata:

Mentre cercavo queste parti, ho trovato anche un altro paragrafo interessante, intitolato “Lagnanze”, a pagina 21:

P.S. Vi ricordo che è a causa delle lagnanze che è scoppiata la Rivoluzione francese. :heart:

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Come diceva anche @ranocchio qualche tempo fa, durante una chiacchierata, è incredibile la quantità di idee e procedure che c’erano nelle vecchie edizioni di D&D e che sono andate perse nella middle school, per poi magari essere reinventate più avanti perché se ne sentiva il bisogno. Quando ho il tempo mi faccio una ripassata della Scatola Rossa e di qualche altra vecchia edizione e provo a catalogarle.

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Solo per correggermi; è incredibile la quantità di idee e procedure presenti nelle vecchie edizioni di D&D che a detta di alcuni già allora non venivano applicate :slight_smile:

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E’ come se la middle school fosse sempre stata lì, in attesa di essere codificata, e solo dopo che è stato fatto e ce la siamo “tolta dal sistema”, per usare un inglesismo, si sia andati avanti.

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Occhio a dirlo. Per esempio, rileggendo il manuale della terza edizione di Vampiri, @Spiegel lo ha trovato pieno di procedure. Il problema è che nessuno le leggeva, le capiva e le seguiva. Persino noi abbiamo dovuto rileggere questi manuali ad anni di distanza, e con una cultura di gioco totalmente diversa in testa, per riuscire a vedere quello che il gioco ci chiedeva davvero di fare.

La mia teoria è questa: la cultura della middle school era culturale e tribale. La gente la apprendeva per imitazione e per rituale, senza che fosse davvero scritta chiara e tonda da nessuna parte. Al punto che chi è nato e cresciuto in quella cultura (alzo la mano) continuava ad applicarla anche ai giochi coerenti dal design forgita senza accorgersene.

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Credo che il problema fosse proprio questo: c’era una cultura del gioco prettamente orale e non codificata, che sovrascriveva il gioco come era scritto. Solo quando è iniziata ad essere messa giù nero su bianco (l’esempio più lampante è la Regola Zero), è diventata qualcosa che poteva essere discusso, rigettato o modificato.

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Dato che parlavamo di “regole sulla creazione di regole”, penso di aver trovato una delle formulazioni più sane del cosiddetto paragrafo. Si trova in “Blade of the Iron Throne” (2013), il successore spirituale di “The Riddle of Steel”.

FINAL WORD: THE IRON RULE

These rules are yours, and you are invited to make them even more so by customising them to your heart’s content. Add, change, and ignore what you like. There is however only a single rule that cannot be altered while still playing Blade and this is the Iron Rule: When we encourage “you” to make these rules your own we are referring to the gaming group, not the referee. The gaming group has every authority to change the rules; the ref on his own has none. He doesn’t own the game he is refereeing, the group does. If he wants to change a rule, ignore a rule, or add a rule, he has to run this by his group, and if the majority of the group (himself included as but one member among several members of equal rights) repudiates this change, the change cannot be enacted.

The ref has but one special authority over the rules: He can vetoe any rules change proposed by any of the players. It doesn’t matter if the majority of the group wants to change one of the rules presented herein, if the ref isn’t comfortable with such a change, the rule still stands.

So that’s the Rule of Iron. The group as a whole may change the rules as it likes, the ref without the group’s consent may not.

Personalmente, sono un po’ deluso. Con un nome del genere mi aspettavo che avrebbe richiesto ai giocatori in disaccordo di scontrarsi a singolar tenzone.

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Quello della cultura tribale è un discorso che si lega all’autodisciplina di cui parlavamo ieri.
Puoi aggirare un gioco e le sue procedure, in toto o in parte, per importare le tue (lo farai più o meno istintivamente). E una certa parte delle volte funzionerà (otterrai un risultato funzionale).
Ma tu personalmente non avrai imparato nulla. È ok non imparare nulla, è tutto questione di vedere cosa vuoi da un gioco, da quella particolare esperienza di gioco.

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Lo dico per gli altri: ne parlavamo ieri in videochiamata. Non ci stiamo riferendo ad alcuna conversazione che potete leggere qui.

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Si pardon, sono entrato un pò a gamba tesa in una discussione già avviata.

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Comincio a pensare che sono stato così traviato dalla cultura tribale che mi sono immaginato di leggere della regola zero anche laddove non ce n’è traccia.

Appena posso cerco di passare all’expert o al companion (se non ricordo male l’expert era un libro unico).

Era sul “companion” dove si cianciava di tornei di D&D (tanto per dire quale fosse all’epoca l’ambiente competitivo)? Forse stava lì quello che ho letto, nel qual caso l’avrei decontestualizzato.

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Scatola rossa editrice giochi, 1985:

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Ahhhh i bellissimi tiri dietro lo schermo del master

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Grazie @PedroCeleste allora qualcosa ricordavo bene! :slight_smile:

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I tiri nascosti sono una delle cose più tossiche che io abbia mai visto. Non li ho mai fatti, nemmeno quando giocavo a D&D. E, lato giocatore, sono una cosa proprio straniante – un tipo tira un dado e mi dice cosa è successo. Ma allora perché non mostrare il tiro? Qual è lo scopo? Se mi siedo a un tavolo con delle persone e non riesco neanche a stabilire un livello di fiducia base dove posso fidarmi che non mi mentono sul risultato dei dadi, perché giocare?

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