Quello che hai scritto, ma anche quello che ha scritto prima @Alek meriterebbero davvero una bella conversazione e una riflessione ancor più lunga e approfondita ! Intanto grazie.
Poi butto là una provocazione.
Ma non è che nel gdr, a differenza che in altri medium, esiste qualcosa di imprescindibile che viene prima della storia e da cui qualunque storia dipende?
Non è che chi si siede ad un tavolo di gdr, più ancora che i fruitori di un LARP e molto più che i giocatori di videogames, ha bisogno di qualcosa di molto più originario e allo stesso tempo reale per una persona?
Non è che per caso il gdr sta e cade (lo dico con molta approssimazione e inadeguatezza) con il mondo di gioco immaginato, con “l’atto di immaginare”
Non è che l’atto stesso di immaginare e (sub) creare è esso stesso in ultima analisi il gioco di ruolo perché ne costituisce il vero piacere e bisogno?
Chi suona lo fa per “fare musica” prima ancora che per esprimere sentimenti, dire qualcosa di sociale, divertirsi con gli amici, ammazzare la noia, raccontare un storia etc etc etc … lo fa “for the love of the game”, per la musica come entità subcreata che è un piacere in se stesso creare per goderne all’ascolto.
Voglio dire, qualcuno riesce ad immaginare gdr senza creazione di un immaginato?
E allora la prima cosa che conta e l’unica che è sufficiente a giustificare l’atto di giocare di ruolo è che l’immaginato sia credibile, sia cioè davvero un atto di creatività con caratteristiche tali che i partecipanti possano dire lo abbiamo fatto ed è fatto così.
Da questo punto di vista anche il divertimento è un sotto prodotto, è una conseguenza, per quanto connaturata.
A ciascuno piace un tipo di divertimento diverso, ma nessuno può dire di raggiungere alcun divertimento direttamente collegato all’atto di giocare di ruolo senza un immaginato credibile entro cui soddisfare i propri gusti.
Quando scarseggia la credibilità o è sostituita da altro, fosse anche un metodo infallibile per creare un intreccio di storia avvincentissima, allora cade il medium in quanto tale, come se venisse meno la melodia, sostituita da dissonanze e stonature o dal silenzio addirittura troppo prolungato.
Capisco perfettamente il discorso di @Matteo_Sciutteri , ma secondo me è già molto sofisticato e non può essere usato per “scordarsi” di cosa è fatto davvero un gdr.
Corre la stessa differenza, perdonatemi il pessimo esempio triviale, fra stare insieme ad una bellissima ragazza vera e stare insieme a una bambola interattiva.
Posso andarci a cena, posso parlarci di cinema o storia, posso farci sesso, posso giocarci a scacchi, posso farci sport insieme. Ma è una bambola. Non è la realtà, non ci credo, non le credo.
E allora tutto mi fa schifo, anche se parlare di storia e giocare a scacchi mi piace molto come attività, anche se rientra nei miei gusti.
Io personalmente credo che un certo tipo di design impoverisca il gdr, talmente tanto da non riuscire quasi più a riconoscerne e apprezzarne l’elemento qualificante e trovo che alle volte (non è il caso di Matteo!) sia una scusa dire “ma questo è solo un tipo di gusto diiverso”.
Per me non è solo una questione di gusti, è questione di tenuta dell’immaginato.